Procedura przyznania prawa do nazwy domeny internetowej



1. Il Cybersquatting. - 2. Le MAP di ICANN. - 3. Le procedure di riassegnazione italiane. - 4. Le procedure di riassegnazione per il .eu. - 5. Lo Studio legale Fogliani e la tutela dei nomi a dominio.


1. Il Cybersquatting.

Con il termine di cybersquatting si definisce la registrazione e l'accaparramento di nomi a dominio corrispondenti a marchi o nomi altrui, effettuata da chi non ne abbia il diritto a fini di concorrenza sleale o per la rivendita a prezzi molto maggiori all'effettivo costo.

 Nel primo caso, si tratta di imprenditori che registrano nomi a dominio corrispondenti a marchi o alla denominazione di propri concorrenti per sviarne la clientela sul proprio sito o sui propri prodotti; oppure registrano nomi corrispondenti a marchi famosi per sviare sul proprio sito utenti Internet attratti da un marchio che non è il loro.

 Nel secondo caso, i cybersquatter registrano nomi a dominio corrispondenti a nomi o marchi famosi non ancora registrati dai rispettivi aventi diritto, ai quali poi li offrono in vendita per somme altissime.

 A causa del basso costo della registrazione di un nome a dominio, il rapporto costi – benefici per i cybersquatter è altissimo; basta anche un dominio rivenduto a caro presso ad un legittimo proprietario per coprire i costi di anche un migliaio di registrazioni abusive di domini la cui rivendita non sia coronata da successo.

 La giustizia ordinaria non consente una reazione efficace  nei confronti dei cybersquatter, che spesso agiscono in ordinamenti giuridici diversi da quello in cui ha sede l'avente diritto al dominio. In questi casi, i soli costi per il radicamento del giudizio all'estero rendono più conveniente, sotto il profilo economico, cedere al ricatto del cybersquatter piuttosto che far valere il proprio buon diritto.

 Ma anche se il cybersquatter appartiene allo stesso stesso ordinamento giudirico dell'avente diritto al dominio, difficilmente il ricorso alla giustizia statale consente una reazione rapida, efficace ed economicamente conveniente. Anche se, in questo caso, i costi economici del ricorso alla giustizia possono non essere proibitivi come per i casi di procedimenti all'estero, i tempi per ottenere un risultato utile possono essere troppo lunghi a fronte di un danno all'immagine che aumenta esponenzialmente con l'aumentare del tempo in cui, ad esmpio,  un sito pornografico rimane in linea su un dominio corrispondente ad un marchio famoso. E difficilmente, nel caso di esito positivo, tali danni potrebbero essere recuperati dal cybersquatter.

 Per reagire al fenomeno del cybersquatting, ICANN con il supporto dell'Organizzazione mondiale per la proprietà industriale (OMPI o, all'inglese, WIPO) ha introdotto per i gTLD .com, .net, e .org a far data dall'inizio del secolo un procedimento amministrativo di risoluzione delle dispute relative ai nomi a domino rapido ed efficace, denominato MAP (Mandatory Administrative Proceedings o, all’italiana, procedura di riassegnazione).

Le procedure di riassegnazione sono state in seguito adottate  - seguendo sostanzialmente il modello di ICANN – anche da un gran numero di ccTLD, fra cui il .it, che è stato uno fra i primi ad implementarle, nell’agosto del 2000. Esso sono state previste anche per il dominio .eu dal Regolamento(CE) n. 874/2004 del 28 aprile 2004.

2. Le MAP di ICANN.

Le MAP di ICANN sono gestite dai Dispute-Resolution Service Provider (DRSP) soggetti che fungono da “cancelleria” per i “panelist” cui sono affidate le decisioni.

Secondo la Policy di ICANN, un nome a dominio si considera registrato abusivamente e viene quindi riassegnato ad un terzo che lo reclami, quando questi dimostri che: a) il nome a dominio è identico o di similitudine tale da indurre in confusione in relazione ad un marchio su cui egli vanta dei diritti; b) l’assegnatario del nome a dominio non abbia diritti o legittimi interessi in relazione al suddetto dominio; c) il nome a dominio sia stato registrato e venga usato in malafede.

 Il procedimento è piuttosto rapido e semplice. Il ricorrente (cioè colui che ritiene essergli stato sottratto illegittimamente un nome a dominio) presenta al DRSP prescelto il ricorso e la relativa documentazione, versando quanto previsto dalle tariffe in vigore per il procedimento. Il DRSP  invia ricorso e documentazione all’assegnatario del nome a dominio contestato, invitandolo a far prevenire le proprie repliche e la documentazione a supporto delle sue difese. Una volta ricevute le repliche (o scaduto inutilmente il termine di 20 giorni senza che l’assegnatario ne abbia inviate), il DRSP nomina un Panel di una o più persone (a seconda delle indicazioni del ricorrente) scelte fra un elenco di esperti selezionati dal DRSP. Entro 14 giorni il Panel decide sulla controversia; se l’esito è favorevole al ricorrente (ossia se viene disposta la cancellazione o la riassegnazione del nome a dominio) il Registro presso cui è registrato il nome a dominio attua la decisione, salvo che entro il termine di 10 giorni lavorativi dalla decisione il soccombente non ricorra alla magistratura.

3. Le procedure di riassegnazione italiane.

A grandi linee, le procedure di riassegnazione italiane seguono quelle di ICANN. Le principali differenze riguardano:
  1.  I soggetti che possono ricorrere alla procedura. Non essendo possibile la mera cancellazione del nome a dominio contestato, solo chi possa registrare domini nel TLD .it è legittimato ad iniziare la procedura.
  2. Tutela offerta al ricorrente. Nelle Procedure italiane non è possibile richiedere la sola cancellazione del nome a dominio contestato, ma è necessario chiederne la riassegnazione.
  3.  Diritti tutelati. Nelle procedure italiane è tutelato anche il diritto al nome delle persona fisica, anziché il solo marchio come nella MAP di ICANN.
  4. Onere probatorio. Le MAP di ICANN prevedono per il ricorrente la prova dell’assenza del diritto al nome a dominio in capo al ricorrente, mentre, più esattamente, le procedure italiane addossano al resistente di provare il proprio diritto al nome a dominio.
  5. Tempistica del procedimento. I termini per le repliche nelle procedure italiane sono più lunghi, mentre quelli per ricorrere alla giustizia ordinaria dopo una decisione sfavorevole sono adeguati ai tempi della giustizia italiana.
  6. Diversi effetti della proposizione di un giudizio ordinario rispetto alla procedura.
4. Le procedure di riassegnazione per il .eu.

Anche le procedure di riassegnazione predisposte per il .eu seguono sostanzialmente lo schema delle MAP di ICANN. Rispetto ad esse (e a quelle italiane) si caratterizzano per i maggiori costi, la maggiore burocrazia e la maggior complessità.

 Esse prevedono infatti una serie di possibili eventuali sub procedimenti interni per risolvere questioni di rito o formali, che possono appesantire notevolmente il procedimento e allungarne i tempi, che già di per sé sono più lunghi di quelli delle MAP di Icann e italiane.

 Le procedure .eu prevedono infatti una serie di sub procedimenti, per ciascuno dei quali, in caso di contestazioni delle parti, viene nominato un apposito arbitro per la decisione di questioni su:
Al momento, l’unico ente abilitato alla gestione delle procedure di riassegnazione per il .eu è la camera arbitrale di Praga.

5. Lo Studio legale Fogliani e la tutela dei nomi a dominio.

Lo Studio legale Fogliani è in grado di fornire la migliore e più qualificata assistenza nelle procedure di riassegnazione dei nomi a dominio ed in genere nelle questioni relative ad Internet, grazie all'esperienza degli avvocati del suo studio.

L'avv. Enzo Fogliani, quale membro del comitato esecutivo della Naming Authority che nel  2000 introdusse anche in Italia le procedure di riassegnazione, si è occupato della redazione delle norme italiano che le disciplinano. Successivamente, quale membro della Commissione per le regole istituita presso il Registro del cc.TLD .it, si è occupato della redazione del nuovo regolamento in vigore dal 1 marzo 2007 e delle successive modifiche alle procedure implementate a partire dal 9 marzo 2008.

L'avv. Fogliani è iscritto nelle liste degli esperti di CRDD - Centro risoluzione dispute domini e della CAM - Camera Arbitrale di Milano, Enti abilitati dal Registro del ccTLD alla gestione delle procedure di riassegnazione per i domini italiani.

L'avv. Fogliani, inoltre, è stato panelist per E-Resolution, ente abilitato alla conduzione delle MAP da ICANN, è attualmente arbitro presso la Camera arbitrale della Repubblica ceca per le ADR dei domini .eu ed è arbitro abilitato dal Registro del ccTLD .it

L'avv. Maria Luisa Buonpensiere e l'avv. Cristina De Marzi sono esperti iscritti nella lista di CRDD - Centro risoluzione dispute domini, per il quale hanno reso importanti decisioni, fra cui alcuni leading cases in materia di nomi a dominio. Cristina De Marzi è inoltre arbitro abilitato dal Registro del ccTLD .it.
 

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